XV Convegno della Facoltà di Teologia, 12-13 marzo 2012

Parola e testimonianza nella comunicazione della fede. Una rilettura di un binomio critico alla luce del Concilio Vaticano II

Roma, 12-13 marzo 2012

I documenti del Concilio Vaticano II hanno adoperato spesso la categoria della testimonianza. Di conseguenza essa è diventata elemento portante della moderna riflessione teologica sulla comunicazione della rivelazione divina per mezzo della fede. Inoltre, sulla scia delle note parole di Paolo VI, “l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri... o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni” (Evangelii nuntiandi, n. 41), nella vita pastorale della Chiesa si afferma con frequenza che l’evangelizzazione odierna si dovrebbe basare principalmente sulla testimonianza, sia perché in essa si rispecchia appieno l’autenticità e la forza incisiva della fede vissuta, sia per evitare il pericolo di intolleranza nella comunicazione della fede tramite una parola di significato potenzialmente univoco. Detto in breve, il cristiano è chiamato ad evangelizzare in primo luogo testimoniando la sua fede di fronte al mondo.

Tuttavia, l’enfasi primordiale sulla testimonianza alle spese della parola ha contribuito ad un certo accantonamento della parola di Dio predicata dai sacri ministri o comunicata nell’apostolato cristiano, un fenomeno che la Chiesa ha fatto notare diverse volte in tempi recenti. Tale relativizzazione della parola nei confronti della testimonianza va a pari passo con la priorità accordata da una buona parte della teologia all’“evento” rispetto alla “parola” nel processo della comunicazione della fede. La giusta articolazione fra questi due elementi, presente nel cuore stesso della Costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II, risulta essenziale per impostare in modo corretto il compito della Chiesa di evangelizzare, e permette di ritrovare un rinnovato equilibro tra testimonianza cristiana e annuncio della parola. La recente Esortazione apostolica Verbum Domini, nn. 97-98 ha richiamato l’attenzione su questa reciprocità.

Il presente Convegno vuole analizzare questa dinamica in base a sei relazioni e due tavole rotonde. Le relazioni, ciascuna di 40 minuti, sono in genere di tipo analitico. Due di esse, la terza e la sesta, sono invece di tipo più propositivo. Le due tavole rotonde vogliono affrontare la questione del rapporto tra testimonianza e parola nel contesto religioso e sociale del mondo odierno. Ogni intervento durerà circa 20 minuti; dopo di che ci sarà un ampio spazio di dibattito.

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